mercoledì 16 maggio 2012

NEI TEMPI


Le tecniche di memorizzazione erano molto importanti prima della diffusione dell'alfabetizzazione, poiché la conoscenza e la tradizione culturale venivano tramandate oralmente.
È nel De oratore che Cicerone racconta la leggenda di Simonide di Ceo, l'inventore dell'arte della memoria: Simonide, sfuggito miracolosamente al crollo di una sala in cui si trovava a banchettare con altri invitati, seppe identificare i corpi dei vari commensali, resi irriconoscibili dalle ferite, ricordandosi del posto che occupavano a tavola. Da questo evento Simonide ricavò l'importanza dell'ordine e delle immagini per la memoria:


« Egli [Simonide], pertanto, a quanti esercitino questa facoltà dello spirito, consiglia di fissare nel cervello dei luoghi e di disporvi quindi le immagini delle cose che vogliono ricordare. Con questo sistema l'ordine dei luoghi conserverà l'ordine delle idee, le immagini delle cose richiameranno le cose stesse, i luoghi fungeranno da tavolette per scriverci sopra e le immagini serviranno da lettere con cui scrivere. »


Questa metafora dei luoghi come tavolette di cera e delle immagini come lettere dell'alfabeto è anche presente sia nella Rhetorica ad Herennium dello pseudo-Cicerone che nell'Institutio oratoria di Quintiliano, e definisce in modo inequivocabile la caratteristica essenziale dell'arte della memoria: un uso di luoghi e di immagini che tenga conto di un certo ordine.



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